domenica 3 settembre 2017

Norvegia, un viaggio un sogno, parte 2..Le Lofoten

Arriviamo di primo mattino in quel di Bodo. Scendiamo dal nostro treno infreddolite, con le ossa rotte, e un umore ballerino. Realizziamo che non abbiam più vent'anni e che forse il prossimo viaggio è meglio cercare qualche mezzo di locomozione più comodo.
Prima cosa, recuperare l'auto. Una bellissima Kia con cambio manuale che ho amato da subito. Carichiamo i bagagli e ci dirigiamo in centro alla ricerca di un Bar per fare colazione.
Ora, gia ad Oslo abbiam avuto difficoltà nel trovare un ristorante aperto la sera, chiudevano tutti molto presto, tra le 19 e le 21, qui invece non trovavamo un angolo per fare colazione, e pioveva a dirotto.
Finalmente avvistiamo un posto che sembra al caso nostro e ci fiondiamo su delle Brioches alla cannella favolose.

Ci mettiamo in fila per imbarcarci sul nostro traghetto che ci porterà a Moskenes, sulle Lofoten. Viaggio tranquillo, nave carina. Arriviamo verso le 19, puntualissimi e prendiamo la strada che ci porterà al nostro alloggio. Ecco...i tempi previsti di percorrenza erano di circa due ore, tempo reale di percorrenza non dico il doppio ma quasi. Da come abbiam messo piede sulle isole la nostra bocca è rimasta perennemente spalancata. Credo che i primi cinquecento metri li abbiam percorsi con sorriso ebete sulle labbra e lacrima di felicità che scendeva.
Mare, montagne altissime, natura incontaminata, il tutto in perfetto equilibrio.
Ogni curva ci si fermava a fare foto e siamo stata accolte subito dal nostro primo gabbiano che si è rivelato un ottimo poser.
 





Arriviamo ancora con il sorriso sulle labbra al nostro campeggio, Hammerstad Camping, e li riprendiamo a sorridere con più vigore. Il nostro Rorbu, o casetta dei pescatori, è la numero 3 ed all'ingresso troviamo una frase infissa che non poteva rispecchiare meglio il nostro viaggio.

 Oltre alla frase, due gatti ed un coniglio ci aspettano davanti casa...








 Giorno due sulle isole. Pare sia soleggiato ma per precauzione carichiamo l'auto con k-way e felpe, e meno male poichè a mezz'ora dalla partenza inizia a piovere. Pioverà senza sosta tutto il giorno. Decidiamo di iniziare l'esplorazione delle isole dal basso, quindi A°, il paese con il nome più corto che si pronuncia O, dove è presente anche un museo della pesca.
Prima di arrivare al paese, sosta in una spiaggia dove scivolo rovinosamente ed anche ridicolamente tra gli scogli , meno male che nessuno era pronto a riprendermi










Ci dirigiamo quindi a Reine ed al suo Reinefjord, paesino di pescatori considerato tra i più belli della Norvegia. I Rorbu sono collegati tra loro da pontili. Ci siam spesso chieste se saremmo finite in  casa di qualcuno, ma nessuna imprecazione ci ha raggiunte quindi abbiam continuato sulla nostra strada. Devo dire che la leggera foschia che circondava la baia non era neppure spiacevole. Creava un'atmosfera magica e delle luci molto particolari.


 



Proseguiamo sulla E10. Prossima tappa Nusfjord. Piccolo ma molto molto carino, molto belli irobur tra cui camminare ed il porticciolo.  Sulla strada del ritorno troviamo la bellissima chiesetta di Flakstad che purtroppo non riusciamo a visitare poichè chiusa. I dintorni sono favolosi, campi, mucche, pecore, natura infinita.


Finita la vistita, stanche ed infreddolite ci fermiamo in un supermercato dove, oltre al cibo, riempiamo il carrello di birre locali (visto che l'ora ce lo permetteva).



Tramonto ore 23:30, Alba 03:40. E si riparte con un nuovo giorno. 
Giorno un po movimentato. Con il nostro programma in mano ci dirigiamo verso Leknes. Centro urbano che ci lascia con l'amaro in bocca. Case, negozi, negozi, centri commerciali, negozi. Niente di quello che ci aveva lasciato senza fiato fino ad ora. Sconsolate cerchiamo di vagare nei dintorni e ci fermiamo a Ballstad, città con un cantiere navale e dedita alla pesca del merluzzo. Sulla strada incontriamo la chiesetta di Gravdal, e niente...chiusa.




Sconsolate, ci dirigiamo verso Haukland Beach, e finalmente i nostri occhi ricominciano a brillare.
Bellissima spiaggia, mare azzurro, pecore ovunque come di consueto, tanti camper e tende.
Presa dall'entusiasmo tento di emulare la gente del posto, entro in acqua...illusa...tempo trenta secondi e perdo la sensibilità dalle cosce in giu...esco. Ci ricomponiamo e proseguiamo sulla strada.







Tappa successiva Utakleiv. Lungo la strada ci imbattiamo in una bella baia ricca di Beccaccie di mare che ci fermiamo a fotografare con l'aiuto di un signore del posto che ci tiene una lezione ornitologica.




Arriviamo a Uttakleiv Beach, pecore ovunque. Mentre le mie due socie visitano la spiaggia, io mi arrampico sulle rocce per avere una visuale dall'alto.





 Proseguiamo per il paese e ci fermiamo al negozio del vetro, dove il soffiatore lituano è pronto per la dimostrazione.





 Eggum è la nostra prossima fermata. Ci colpisce da lontano questa spiaggia azzurra, dai colori cangianti, circondata da un verde intenso e brillante. Scendiamo, foto di rito, ma non mi accorgo subitro della pecora intenta a grattarsi la schiena sul masso. La disturbo, lei si innervosisce, si sposta, ma è sempre in mezzo. Chiedo scusa ma lei inizia ad inveirmi contro, dal tono dei belati capisco che non sono parole molto carine. Attraversa la strada scontrosa continuando a guardarmi e belare in malo modo. Io volevo solo fare una foto eh...non rubavo il masso a nessuno...



 Ultima fermata prima di tornare a casa Henningsvaer, chiamata la Venezia delle Lofoten.
Ecco, credo sia stato il posto che più ci è piaciuto. Raccoglieva il perfetto equilibrio tra mare e montagna. Splendido fiordo, paesino molto piccolo ma vivo, montagne altissime che saremmo tornate più in la ad esplorare.
Gia dovevo capirlo da come siamo arrivate, gatti ovunque. Il canale, quello paragonato a Venezia, è unico e molto bello, oltre che molto pulito. Abbiamo poi trovato un delizioso ristorantino, meta dei climber della zona, molto self service, ma accogliente, caldo e pieno di squisitezze.











Tornando verso casa ci imbattiamo nell'ultima spiaggetta,Rorvikstranda...Piccola e meravigliosa. A seconda della luce, e dell'angolazione da cui la si guardi, cambia colore, dall'azzurro al verde, dal blu al turchese..Anche la marea contribuisce a cambiarne i connotati. Abbiamo fatto in tempo a passeggiare su di una lingua di sabbia che divideva la spiaggia in due. Poco dopo è stata sommersa e la spiaggia è mutata nuovamente






Durante il percorso abbiamo visitato anche una diga artificiale molto bella. Non ricordiamo esattamene dove fosse, ma il sentiero per arrivarci era circondato da piccoli laghetti con una vegetazione strana che rendeva la superficie dell'acuqa simile ad un quadro astratto.
Dopo questa super giornatona, siamo ritornate al nostro campeggio dove Famino ci attendeva ansiosa.




 Continua.....


9 commenti:

  1. Che posti meravigiosi!!
    Grazie per averli condivisi.
    Ti abbraccio

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  2. Che posti meravigliosi, un paesaggio quasi fiabesco.
    Aspetto il seguito :)

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  3. Ho letto tutto. Bellissimo! Racconti in modo fluido e davvero piacevole 🤗 Aspetto il seguito

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  4. Grazieeee...la parte tre è per me la piu bella..balene!!

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  5. Wowww!! Che bei posti che ci hai mostrato!!!
    Ciao e al prossimo post ^_^

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  6. Ecco...non è giusto devo aspettare la prossima puntata!!!! Io ero infreddolita solo leggendovi e guardo le foto, ma tutto meraviglioso!!!

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    1. guarda, quando ti trovi davanti a certi panorami il freddo passa in secondo piano ahah...e poi cosi avevamo la scusa per un the con un buon dolce :-)

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  7. que lugar fantástico !!
    frio... nossa imagino no inverno.
    grande abraço.
    :o)
    http://elianeapkroker.blogspot.com.br/

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  8. Un viaggio fantastico!!! Ho letto tutto d'un fiato!!!

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