lunedì 11 settembre 2017

Norvegia, un viaggio un sogno, parte 4..le montagne

Ed eccoci all'ultima parte della nostra avventura.
Gli ultimi due giorni sulle isole. Anche il tempo era triste per la fine della nostra vacanza ed infatti ci siamo risvegliati la domenica sotto la pioggia.
Poco importa, i programmi erano quelli di visitare Svolvaer e dintorni.
Partiamo subito con la cattedrale delle Lofoten, la Kabelvag Church, una chiesa costruita in legno, molto grande, risalente al dodicesimo secolo, costruita di queste dimensioni per poter accogliere tutti i pescatori che arrivavano a Svolvaer per la stagione di pesca.
L'ingresso è a pagamento, circa 5 euro.

 Ci dirigiamo quindi verso il museo della seconda Guerra Mondiale.
Una vera sorpresa in positivo, ricco di dettagli e di storia, pieno di reperti e con la fortuna di trovare il creatore di questo museo che elargiva racconti di guerra ad ognuno.
Il silenzio e l'immaginazione regnavano in quel posto, mille pensieri ti invadono e ne esci comunque con un peso che ti porterai dietro tutto il giorno.


 

 

 

Vista la pioggia incessante ci dirigiamo verso l'Ice Bar. 15 euro di ingresso ma andava comunque visitato. Sculture di ghiaccio meravigliose, cocktail servito in bicchieri di ghiaccio non malaccio ma si poteva fare meglio. Atmosfera da sogno, luci soffuse, -6 gradi e tanto freddo.



 




 Pranziamo, abbastanza tardi, e vista la temperatura glaciale decidiamo di fare la spesa e concludere la nostra giornata a casa.
 

martedì 5 settembre 2017

Norvegia, un viaggio un sogno, parte 3..Le Balene

Ed eccoci arrivati al momento clou del nostro viaggio.
Quello che abbiamo programmato e sognato dall'inizio, l'incontro con i Capodogli.
Dopo continui rinvii a causa del tempo, partiamo per la nostra prima gita in barca da Sto con Artic Whale Tour. Il viaggio richiede circa due ore di macchina e la navigazione circa 7 ore. L'imbarcazione è un piccolo peschereccio, lento ma comodo. Su consiglio delle esperte guide ci impasticchiamo per bene per evitare spiacevoli sorprese.



 
 
  
Come potete vedere dalle immagini, la nostra gita ha dato i suoi frutti. Nel Bleik Canyon (area al largo di Andenes molto profonda dove soggiornano la maggior parte dei capodogli)abbiamo incontrato parecchi cetacei. I capodogli, a differenza di altre balene, sono visibili in superficie solo per pochi minuti, circa 6, dopo di che si immergono per cibarsi e restano in immersione fino a 40 minuti. Nel momento dell'immersione si vede la bellissima pinna che tanto ci ha fatto sospirare e piangere di gioia. E' un momento magico, dura pochissimo ma è in grado di dare fortissime emozioni.
Durante il ritorno dall'area delle balene, ci siamo soffermati sulla costa dove abbiam visto foche, cormorani, pulcinelle di mare (purtroppo da lontano) e delle meraviglise Aquile dalla coda bianca.
Torniamo a casa distrutte ma felici e ci prepariamo per la gita del giorno dopo.
Questa volta si parte da Andenes, poco piu su di ieri, quindi circa 2h 30 di strada. Partiamo con Sea Safari Andenes  che per nostra comodità ha anche una guida in italiano.
Questa volta però si esce con il gommone e la cosa si fa piu interessante. Veniamo bardate stile palombari e si parte per l'avventura.


Niente pastiglia qui, e quindi siamo più sveglie. Durante il viaggio ci raccontano della triste vita del maschio di Capodoglio. Obbligato per via delle dimensioni doppie a quelle di una femmina a lasciare la famiglia intorno ai 18 anni. Dai mari caldi delle Azzorre, emigra quindi nei mari freddi dove però la quantità di cibo è abbondante. Qui passa almeno una decina di anni a mangiare e basta. Non tesse relazioni sociali poichè tra maschi non scorre buon sangue e lottano a suon di sonar per il territorio. Quindi, a differnza delle femmine che nuotano in branco, i maschi sono solitari e a debita distanza uno dall'altro. Una volta raggiunte delle dimensioni considerevoli, dai 14 metri in su, sono pronti per metter su famiglia. Quindi tornano alle Azzorre, mostrano i loro muscoli alla donzella di turno, e figliano, per poi scappare abbandonando consorte e prole e tornare nei loro mari freddi....
I maschi sono tutti schedati, alcuni qui da vent'anni come Glenn, il maschio del video, uno dei più grossi ed anziani della zona. Li riconoscono dalle tacche presenti sulle pinne.






domenica 3 settembre 2017

Norvegia, un viaggio un sogno, parte 2..Le Lofoten

Arriviamo di primo mattino in quel di Bodo. Scendiamo dal nostro treno infreddolite, con le ossa rotte, e un umore ballerino. Realizziamo che non abbiam più vent'anni e che forse il prossimo viaggio è meglio cercare qualche mezzo di locomozione più comodo.
Prima cosa, recuperare l'auto. Una bellissima Kia con cambio manuale che ho amato da subito. Carichiamo i bagagli e ci dirigiamo in centro alla ricerca di un Bar per fare colazione.
Ora, gia ad Oslo abbiam avuto difficoltà nel trovare un ristorante aperto la sera, chiudevano tutti molto presto, tra le 19 e le 21, qui invece non trovavamo un angolo per fare colazione, e pioveva a dirotto.
Finalmente avvistiamo un posto che sembra al caso nostro e ci fiondiamo su delle Brioches alla cannella favolose.

Ci mettiamo in fila per imbarcarci sul nostro traghetto che ci porterà a Moskenes, sulle Lofoten. Viaggio tranquillo, nave carina. Arriviamo verso le 19, puntualissimi e prendiamo la strada che ci porterà al nostro alloggio. Ecco...i tempi previsti di percorrenza erano di circa due ore, tempo reale di percorrenza non dico il doppio ma quasi. Da come abbiam messo piede sulle isole la nostra bocca è rimasta perennemente spalancata. Credo che i primi cinquecento metri li abbiam percorsi con sorriso ebete sulle labbra e lacrima di felicità che scendeva.
Mare, montagne altissime, natura incontaminata, il tutto in perfetto equilibrio.
Ogni curva ci si fermava a fare foto e siamo stata accolte subito dal nostro primo gabbiano che si è rivelato un ottimo poser.